La fibromialgia è una patologia che si caratterizza in particolare per la presenza di dolore diffuso e intenso dovuto alla stessa sindrome fibromialgica. La condizione ancora oggi è difficile da diagnosticare correttamente, obiettivamente e in tempi rapidi.
«La fibromialgia, secondo i dati disponibili, solo in Italia colpisce più di un milione e mezzo di persone e si caratterizza per i dolori muscolo-scheletrici diffusi, accompagnati da rigidità muscolare, cefalea, nausea e da una varietà di altre manifestazioni cliniche che possono comprendere in particolare astenia (stanchezza ) cronica , insonnia e depressione. - Chiarisce Wiliam Raffaeli Presidente della Fondazione ISAL, Istituto per la Ricerca di Base e Clinica sul Dolore Cronico e medico esperto in terapia del dolore: - Al momento per i sintomi prevalenti di dolore e stanchezza (astenia) cronica non esistono né farmaci né protocolli terapeutici che diano certezza di esito positivo cioè capaci di avere un beneficio sicuro e prevedibile su tali sintomi, tanto che le risposte terapeutiche sono molto casuali e variabili da soggetto a soggetto. Chi prende in cura un paziente fibromialgico si trova spesso a proporre farmaci e integratori e a verificare quali poi si rivelino più efficaci e tollerati per quel particolare paziente. Lo stesso vale per la diagnosi: oggi non esiste alcun esame di precisione cioè una diagnosi sostenuta da elementi obiettivi come un esame del sangue o una radiografia e via dicendo».
Resistenza all’insulina e algesia
Uno studio recente ha evidenziato un nesso fra l’eccesso di zucchero nel sangue e il dolore avvertito. La resistenza all’insulina, è una condizione che di solito precede lo sviluppo del diabete ed è del tutto asintomatica: l’insulina prodotta dal pancreas non riesce a facilitare l’ingresso del glucosio nelle cellule e quindi vi è un eccesso di zucchero nel sangue. Per smaltire questo eccesso, il pancreas è costretto a produrre più insulina, e solo così il glucosio viene assorbito, fino a quando il pancreas, a causa del superlavoro al quale è costretto, non riesce più a garantire un apporto di insulina capace di garantire una corretta glicemia. Ecco perché si parla di insulino resistenza. Quando si diagnostica tale condizione la glicemia tende a rientrare nella norma con la somministrazione degli ipoglicemizzanti orali.
Nello studio in questione, la somministrazione di ipoglicemizzanti orali a pazienti con fibromialgia e resistenza all’insulina ha determinato una riduzione nel riferimento del dolore avvertito, degna di nota. «Questo studio ha documentato un quadro di correlazione che presenta ancora molti dubbi che gli stessi autori segnalano dicendo che saranno necessari ulteriori studi per confermare il possibile collegamento tra insulino resistenza e fibromialgia. Esistono al momento solo due altri studi dove gli autori hanno verificato una correlazione tra fibromialgia e diabete – spiega ancora il professor Raffaeli - Lo studio inoltre introduce anche un elemento di caratterizzazione del dolore legandolo molto ad una neuropatia delle piccole fibre che è tipica di alcuni quadri di dolore nei soggetti con diabete ma che non corrisponde al dolore specifico della fibromialgia».
Lo studio è stato condotto su un numero molto limitato di pazienti, solo 23, identificati da una valutazione retrospettiva di persone che erano state classificate quali portatrici di fibromialgia in un centro di medicina del dolore negli USA. Fa notare ancora il professor Raffaeli, come: «Dallo studio, inoltre, non emerge perché nella maggioranza delle persone con fibromialgia non sia presente una patologia diabetica o alterazione dei valori glicemici. Nel mondo ci sono milioni di diabetici con insulino resistenza, ma non tutti sono fibromialgici e poi la sola insulino resistenza non è in grado di spiegare perché la fibromialgia nell’80% dei casi colpisca la popolazione femminile».
Il nesso fra resistenza all’insulina, dolore e fibromialgia è tutt’altro che scontato, dunque.