Le ridotte dimensioni dell'abitazione concorrono a trasformarla in una sorta di nido (nesting) accogliente e protettivo che favorisce la complicità e l'intimità relazionale. "Ci si guarda e con piccole mosse, anche casuali, ci si eccita nella quotidianità". A livello psicologico, ciò migliora la qualità del rapporto di coppia. "È come se l'attenzione di uno nei confronti dell'altro fosse sempre alta". Si riesce a focalizzare meglio la propria identità, ci si sente totalmente coinvolti nel rapporto a due.
Ciò rinforza l'impegno promuovendo l'accettazione delle differenze di personalità, delle eventuali resistenze, debolezze e bisogni.
Un totale coinvolgimento della coppia dove si "mescolano" le caratteristiche di personalità dei singoli individui entrando in un'ottica di condivisione reciproca ideale e fusionale. La coppia tende a condividere ogni cosa, si crea un equilibrio basato sulla suddivisione paritaria di compiti e responsabilità. Per contro l'eccessiva vicinanza fisica, il dover condividere spazi ristretti potrebbe a lungo dare luogo ad un processo di isolamento, che può portare alla rottura della relazione e quindi alla separazione della coppia stessa. E così il nesting, nel senso più ampio del coccolarsi, dedicarsi a, stringersi intorno ai propri affetti, da catalizzatore di sensazioni può divenire soffocante. È quello che pensa il restante 42,6% degli intervistati che predilige spazi più ampi. La grande abitazione come luogo di incontro, di scambio, di relazione tra la coppia e la sua rete di amici e conoscenze. Spazio che allargandosi, paradossalmente, aumenta la possibilità di vivere momenti di intimità soprattutto quando subentrano i figli o quando "vogliamo rimanere soli a pensare, riflettere ed immaginare".