Gli addobbi dell’albero, le luci colorate, i pacchi regalo, le recite dei figli, i film e le canzoni tipiche del Natale. Per molti questo è il periodo più bello dell’anno. Ma per molti altri questa atmosfera natalizia intristisce e immalinconisce. E’ quella che gli esperti chiamano «Christmas Blues» o più semplicemente «depressione natalizia». Sembra qualcosa di inspiegabile, ma lo è solo apparentemente. Perché c’è una base scientifica a questo malessere emotivo e a spiegarcelo è lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano.
IN QUESTO PERIODO DELL’ANNO 1 PERSONA SU 2 SI SENTE GIU’ DI TONO
«Le vacanze e le grandi ricorrenze come il Natale, sono fattori di rischio per condizioni di malessere emotivo anche gravi, come la depressione», spiega Cucchi. «Le statistiche dicono che, in questi periodi dell’anno, a sentirsi giù di tono - riferisce - è addirittura una persona su due. Un problema talmente diffuso da aver preso il nome di “Holiday Blues”: la malinconia da vacanze. A stare male in prossimità delle festività sono in particolare le persone che hanno un malessere a connotazione sociale-esistenziale, magari legato a recenti cambiamenti. L’avvicinarsi del Natale gioca un ruolo essenziale nel senso di solitudine e fallimento».
Del resto, è proprio in questo periodo che si pensa a quello che è stato fatto. «È sicuramente vero che Natale è tempo di bilanci emotivi – continua Cucchi - ci confrontiamo con ciò che vorremmo e ciò che di fatto abbiamo, valutiamo se ci sentiamo soli, se abbiamo relazioni stabili, appaganti, o se la nostra vita è uno show che non si deve fermare, ma sotto sotto è solo un vestito vuoto. Il malessere può anche essere dovuto alla stanchezza e alla fatica di arrivare trafelati alla fine dell’anno».
A RISCHIO COLORO CHE HANNO PERSO UN AFFETTO E I METEOROPATICI
«Le festività in generale, ma soprattutto quelle natalizie, ci fanno ricordare - sottolinea l’esperto - la perdita di affetti, la fine di una relazione o lutti più o meno recenti. Rallenta il ritmo lavorativo, abbiamo più tempo per pensare, si sta di più con la propria famiglia, e, quindi, le questioni irrisolte con i propri affetti tornano a galla».
Questo vale soprattutto per le persone della famiglia che durante l’anno si frequentano meno. La depressione natalizia può essere anche un sintomo di un malessere stagionale. «Colpisce soprattutto persone sensibili, meteoropatiche, che risentono in negativo del cambio di stagione», conferma Cucchi. «Ma spesso a farci incupire sono solo le prime avvisaglie del malessere da vacanza e festività. Esiste inoltre - continua - una particolare tipologia di depressione, il Disturbo Affettivo Stagionale, che sembra essere più frequente in inverno e correlata al periodo natalizio e di vacanza, ma questa associazione è largamente imputabile alla tipologia di giornate della stagione: breve durata del giorno, più ampio periodo di buio, freddo».
LA DEPRESSIONE NATALIZIA PUO’ PROVOCARE NUMEROSI SINTOMI
«I sintomi possono essere esaurimento fisico, insonnia, mal di testa, senso di mancanza di concentrazione, senso di vuoto e tristezza, paura della solitudine, inquietudine e ansia», riferisce Cucchi. Qualcuno, secondo l’esperto, può ripiegare sul cibo con frequenti comportamenti di abbuffata emotiva. Ma quanto possono essere gravi questi sintomi è difficile dirlo. «Vari studi hanno cercato di inquadrare in modo scientifico questi argomenti – spiega lo psichiatra Cucchi - ma solo alcune ricerche, peraltro controverse in termini di affidabilità statistica, hanno fornito dati a supporto di un reale aumento di suicidi e condizioni di malattia depressiva».
RIDURRE ASPETTATIVE, CAMBIARE LE TRADIZIONI SE FANNO STARE MALE Per quanto possa sembrare un malessere «incurabile», è possibile mettere in pratica una serie di consigli pratici che aiutano ad alleviare la depressione natalizia. Il primo è quello di ridurre le aspettative. «Anche le vacanze generano doveri, commissioni, frenesia, scadenze, rituali comandati come le feste, i cenoni, i regali. Dovremmo ricordarci - dice Cucchi - che non c’è un modo giusto di vivere le festività: né tradizioni né luoghi comuni devono farci sentire sbagliati, se il desiderio è quello di riposarsi, magari senza troppi bagordi e feste spumeggianti. A volte tendiamo a pensare che i rituali della tradizione siano il modo più giusto e quindi l’unico di festeggiare, ma può non essere così».
Altro consiglio è quello di applicare la filosofia «slow holidays». «Non è una colpa o un insuccesso - riferisce lo psichiatra - uscire dagli schemi, cambiare le proprie abitudini e vivere le vacanze natalizie in modo più rilassato. In questo senso c’è spazio per una sorta di filosofia “slow holidays”». E’ inoltre necessario ricordarsi che le vacanze non sono un lavoro.
«Evitare di vivere le vacanze e il divertimento come un obiettivo da raggiungere, un’aspettativa necessariamente da soddisfare», ribadisce Cucchi. Piuttosto bisogna chiedersi cosa si desidera davvero. «Lasciare che sia il corso naturale delle cose a decidere come vivere questo periodo: se è un momento in cui sei stanco, riposati, se ti è venuta voglia di viaggiare, parti. Se vuoi stare in famiglia, trova il tempo per i tuoi cari e per le tradizioni», suggerisce lo psichiatra.
E’ IMPORTANTE NON IMPIGRIRSI TROPPO E FARE MOVIMENTO FISICO
«Non è salutare - spiega Cucchi - lasciarsi andare alla pigrizia e all’ozio, nemmeno se senti il bisogno di lunghissime dormite. È importante infatti non cambiare troppo il ritmo sonno - veglia e dormire sempre almeno 6 ore, ma non più di 8 o 9, in base a come si è abituati».
Utile potrebbe essere l’attività fisica. «Se non è un’abitudine, il tempo libero delle vacanze può essere il momento ideale per qualche passeggiata. Non necessariamente - precisa lo psichiatra - bisogna dedicarsi a corse o palestra, anzi, meglio camminare in campagna o in un parco all’aria aperta. Oltre ai benefici ormonali nell’esercizio aerobico, nel paesaggio di dicembre e nell’aria invernale c’è qualcosa di magico che favorisce il senso di pace ed equilibrio».
Infine, può essere d’aiuto pianificare il rientro al lavoro. «Soprattutto coloro che lavorano e non vedono l’ora di staccare, dovrebbero dedicare anche solo l’ultima ora in ufficio prima delle vacanze a pianificare il rientro dopo le feste.
Questo aiuta a non rimuginare troppo durante le vacanze con l’ansia di dover sistemare qualcosa che non si riesce a mettere a fuoco», conclude Cucchi.
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