Se si consultano gli indici demografici in Italia risulta evidente che, di anno in anno, l’età media della popolazione aumenta al pari dell’aspettativa di vita. Secondo l’Istat, dal 2013 al 2016 la speranza di vita si è allungata di ben 7 mesi. Il dato implica che i bisogni della popolazione sono in evoluzione: se solo consideriamo l’aspetto sanitario, risulta ovvio che occorre un ripensamento dei servizi. Le patologie croniche aumentano, la popolazione invecchia ed ecco che il fabbisogno di assistenza diventa una costante.
C’è tuttavia un altro fenomeno importante che caratterizza la nostra epoca: la tecnologia, che rende possibile usufruire di un ampio ventaglio di servizi a distanza. Anche dal punto di vista dell’assistenza sanitaria. L’incontro tra necessità e possibilità si fonde in quella che viene chiamata telemedicina, ovvero la concreta opportunità per un paziente di essere seguito e monitorato da uno o più medici, senza doversi recare fisicamente in ospedale. Come? Semplicemente attraverso app, servizi online, device tecnologici che permettono inviare direttamente alla struttura di riferimento i parametri fisici appena rilevati. Prestazioni sanitarie telematiche che contribuiscono a mantenere sotto controllo tutti quei pazienti affetti da patologie croniche oltre che coloro risiedano in luoghi remoti, con scarse possibilità di mobilità autonoma.
La medicina del futuro integra la prestazione fisica con quella online, con il beneficio di permettere al paziente di essere costantemente monitorato ma anche di ricevere più di un parere qualificato. In un attimo, infatti, i dati possono passare da uno specialista all’altro. Il Ministero della Sanità ha approvato nel 2016 un Piano Nazionale della Cronicità che propone di armonizzare risorse e interventi assistenziali tra le varie Regioni e strutture. E’ in questo contesto che nasce il progetto Vicini di Salute, curato e promosso da Philips e Pfizer nell’ottica di far fronte alle nuove esigenze della popolazione. Migliorare l’assistenza, garantire continuità e potenziare le cure domiciliari: attraverso il know-how Pfizer, azienda farmaceutica leader nel mondo, l’eccellenza high-tech di Philips ed il supporto della School of Management del Politecnico di Milano è nata un’iniziativa che, ad oggi, coinvolge tre importanti strutture ospedaliere e si concentra su tre tipi di patologie croniche. Si tratta dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma, l’Azienda Sanitaria Locale della provincia di Barletta-Andria- rani (Bat) e la Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano. Ad essere monitorati a distanza sono ben 90 pazienti affetti da artrite reumatoide, fibrillazione atriale e acromegalia. Attraverso strumenti digitali saranno seguiti in un percorso personalizzato e, grazie ad un tablet, saranno costantemente collegati con il medico. Riceveranno reminder per le terapie, saranno monitorati nei loro parametri vitali e verranno motivati attraverso messaggi ad hoc.
Un potenziale enorme a beneficio del paziente. Ma anche del medico. Messo in condizioni di eccellere nel suo lavoro, di migliorare le proprie prestazioni e di consultarsi in maniera facile e sistematica con altri specialisti. I dati che i pazienti inviano ai propri medici infatti possono facilmente essere trasmessi a colleghi per secondi pareri, da sempre fondamentali nella diagnostica e nella formulazione di una cura. L’interazione tra reparti, ma anche tra strutture, diventa a portata di clic, fornendo un approccio multidisciplinare, altamente specializzato che limita la necessità di ospedalizzazione. E di conseguenza riduce i costi economici per le strutture sanitarie. “Prendiamo come modello alcuni progetti già sperimentati con successo all’estero, come ad esempio in Olanda, dove il nostro programma di Telehealth su pazienti affetti da cardiopatie croniche ha permesso di ridurre le ospedalizzazioni del 57%4, con conseguenti benefici in termini di risparmi economici, sia per la struttura che per il paziente”, afferma Stefano Folli, Presidente e CEO di Philips Italia, Israele e Grecia.
Un pc non sostituirà il rapporto medico-paziente ma ne migliorerà l’efficacia, sopperendo ad esigenze nuove, figlie della nostra epoca. “Secondo lo studio globale Philips – aggiunge Folli -, il Future Health Index 2017, la quasi totalità degli italiani risulta pronta ad accogliere la rivoluzione digitale in sanità partendo proprio dall’adozione di tecnologie connesse a supporto del percorso di cura”.
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